Napoli, Conte in conferenza: “Io alla Juve? Giochi mediatici…”

Come se fosse a Lusail o anche al Luzniki di Mosca, come se dovesse presentarsi in qualsiasi angolo del Mondo in cui il calcio sublima se stesso. Ma anche come se la Storia fosse lì, ad un passo da sé. “Perché per me Venezia-Napoli va affrontata pensando che sia la finale di un Mondiale”. Ce ne saranno dieci, di finali, da qui alla fine della stagione ed evitando la retorica di pancia ma sentendo il proprio cuore battere, Antonio Conte toglie i paletti alla prudenza emotiva e lascia che quella squadra, la sua, lo segua pure in gondola. “È una finale mondiale e dobbiamo vincerla. Dobbiamo affrontare questa gara come se fosse una finale mondiale. Non guardo neanche ad Atalanta-Inter, pensiamo soltanto al nostro rendimento. Noi ci mettiamo i paraocchi e andiamo avanti, pensiamo a noi stessi e non agli altri”. Lo farà con la ormai sua solita squadra, quella che sa di lui, di una sperimentazione profonda che ha sviluppato anticorpi e costruito sogni: 3-5-2, con Raspadori alle spalle di Lukaku, con Spinazzola a sinistra, con Anguissa e Mazzocchi che tornano in panchina, con Neres che aspetta il Milan per ripresentarsi, con un solo obiettivo. “Disputare una grande partita. Tutte le gare nascondono insidie, basta vedere Inter-Monza. Non c’è niente di scontato assolutamente. Affrontiamo una squadra in salute che proverà a giocarsi le sue chance salvezza”. Il signore, quell’incontentabile che si chiama Antonio Conte, che sta al di là della scrivania con la testa al “Penzo”, sa cosa chiedere al Napoli: “Lukaku sta facendo bene, sicuramente avere qualcuno accanto lo aiuta, ha fatto due buone prestazioni così come tutta la squadra, ma mi aspetto di più, deve confermarsi e migliorare ancora».

— 

E poi, e non si chiamino suggestioni, l’azzurro Napoli diventa dominante anche in Nazionale: ce ne saranno cinque, quattro di questi Spalletti li ha allenati e li ha portati allo scudetto, e il quinto, che è Buongiorno, va ad eguagliare un primato vecchio 36 anni. “Se possiamo dare una mano alla Nazionale con i nostri calciatori, è un motivo di orgoglio e di soddisfazione. Meret, Di Lorenzo, Buongiorno, Raspadori erano già stati convocati, Politano è stato richiamato per il grande campionato che sta facendo. Ma mi aspetto qualcosa in più anche da lui in questo scorcio di stagione”. E allora, adesso, quando il gioco si fa duro, cosa conterà di più la testa, la tattica o la tecnica. “Il fatto di aver potuto allenare questi ragazzi tutta la settimana ci ha aiutato molto quest’anno, altrimenti sarebbe stata molto dura. Nelle difficoltà siamo stati bravi a riuscire a trovare una soluzione. Mancano dieci partite e ci arriviamo con un bagaglio tattico ben assortito. Conterà tutto, ma ripeto io sono concentrato soltanto sulla prossima sfida. Affronteremo una squadra che cercherà di rubarci l’idea e sarà una partita difficile. Tutte le grandi hanno avuto difficoltà a giocare al “Penzo”. Per questo mi aspetto una grande prestazione da parte dei miei”. E non c’è spazio per le distrazioni: “Le voci sulla Juve? Io non devo rispondere a nessuno, sono giochi mediatici: in Italia questa è arte – taglia corto -. Qualsiasi risposta dia, posso creare qualcosa… Sono giochi mediatici, ci stanno, e niente. Ne prendo atto”.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *